Per comprendere a fondo il concetto di comunità, costrutto spesso utilizzato sia in ambiti reali e virtuali, sembra necessario considerare la sua origine, della sua evoluzione e le sue caratteristiche psico-sociali. In particolare, di recente esso ha assunto una connotazione soprattutto virtuale, di cosiddetto "safe place" di posto sicuro dove esprimere le proprie emozioni, le proprie idee liberamente, a costo anche di imprimere una connotazione antisociale, definita poi "echo chamber" cassa di risonanza di posizioni cospirazioniste alternative a quelle scientifiche. La comunità online, senza rispecchiamento empatico, tipico delle interazioni reali, e con i suoi "confini" e senso di protezione ha insito il rischio di chiusura e di resistenza al cambiamento. In realtà la comunità reale e virtuale ha anche a che fare con una serie di ingredienti psicologici (Mc Millan Chavis, 1986) che possono invece innescare processi partecipativi, finalizzati al benessere della comunità. In aggiunta lo studio delle comunità reali in interazione con quelle virtuali mettono in evidenza che oltre questi ingredienti definitori, assumono un ruolo sempre più rilevante, la conoscenza e la qualità del discorso. In uno studio recente (D'Errico, 2016) ad esempio, ho avuto modo di osservare che soprattutto le comunità con un livello alto di argomentazione per per lo più argomentazioni suffragate da reale conoscenza, di norme e di diritti, hanno buone possibilità di contribuire alla crescita e all'empowerment di comunità."