Chiara Faggiolani

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Il Manifesto IFLA Unesco delle biblioteche pubbliche 2022 enfatizza tra gli altri il ruolo delle biblioteche come «creatrici di comunità», attraverso il coinvolgimento in modo proattivo di nuovi pubblici, utilizzando «un ascolto efficace per sostenere la progettazione di servizi che soddisfino le esigenze locali e contribuiscano a migliorare la qualità della vita».

Dopo qualche riga il Manifesto esplicita un concetto fondamentale «il pubblico ha fiducia nella propria biblioteca» e lo fa ricordando quali sono le sue missioni fondamentali, tra queste: «fornire opportunità di sviluppo creativo personale e stimolare l’immaginazione, la creatività, la curiosità e l’empatia».

Se questa prospettiva rappresenta la visione che deve animare le biblioteche del futuro non è possibile non guardare con la dovuta attenzione a quel pubblico che più degli altri negli ultimi anni ha mostrato uno scarso livello di fiducia verso le biblioteche, emblema di una crescente frattura generazionale, ma anche segnali importanti di disagio: i cosiddetti giovani, il cui sistema del benessere è in crisi. A partire da queste considerazioni la relazione intende rispondere alla domanda scelta anche come titolo: cosa lasciano le biblioteche a chi verrà dopo?