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null “Il Salento” di De Giorgi in regalo in quattro fascicoli con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia

“Il Salento” di De Giorgi in regalo in quattro fascicoli con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia

In omaggio ai lettori del Nuovo Quotidiano di Puglia quattro fascicoli preziosi dell'opera monumentale di Cosimo De Giorgi, i bozzetti del viaggio tra le province salentine di fine dell'800, grazie al sostegno del Consiglio regionale della Puglia e alle Edizioni Grifo in edicola gratis col giornale, ogni sabato, per quattro settimane, dal 25 marzo al 15 aprile.

“La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio”, scritto da Cosimo De Giorgi tra il 1882 e il 1888, era un’opera, originariamente divisa in due tomi, che viene ora riproposta in quattro volumi.

La Presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone nella presentazione della pubblicazione ha evidenziato: “… grazie al coraggio, alla lungimiranza, all’energia creativa di figure come Cosimo De Giorgi.

La sua poliedricità, il suo entusiasmo, la passione e i sogni lo portarono a realizzare opere e ricerche che ancora oggi ci sorprendono e impressionano. Lo stesso stupore che riserviamo a ciò che consideriamo irraggiungibile.

Le celebrazioni legate al centenario dalla scomparsa rappresentano una straordinaria opportunità di approfondire lo studio di questo straordinario scienziato ed intellettuale profondamente legato alla sua terra e, nello stesso tempo al passo con le correnti culturali internazionali.

Pubblicazioni come questa contribuiscono ad attualizzare la grande lezione di Cosimo De Giorgi e a farci scoprire, non senza sorpresa, quanto ancora Egli possa insegnare all’umanità del terzo millennio alle prese con le grandi sfide epocali che vedono proprio nella crisi ambientale e climatica il punto di maggiore criticità.”

La pubblicazione è inserita nella linea editoriale “Leggi la Puglia”, in cui confluiscono tutte le pubblicazioni del Consiglio Regionale della Puglia realizzate con il coordinamento della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale.

L’obiettivo della linea editoriale, approvata con delibera n. 151/2018 dell’Ufficio di Presidenza, è quello di valorizzare la Puglia, il suo territorio, le sue tradizioni, il suo patrimonio culturale, nonché l’Istituzione consiliare stessa.

Tutte le pubblicazioni sono edite, oltre che in formato cartaceo, anche in formato digitale, consultabili gratuitamente sul sito di Teca del Mediterraneo, la biblioteca del Consiglio regionale della Puglia, al link https://biblioteca.consiglio.puglia.it/linea-editoriale-leggi-la-puglia- .

Si assicura così la condivisione e la fruibilità dei contenuti ad un ampio pubblico.

Il Consiglio regionale della Puglia contribuisce ad arricchire il catalogo delle biblioteche comunali del territorio pugliese, omaggiando le copie cartacee.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività culturali di “Teca del Mediterraneo”. La Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia realizza progetti ed eventi a favore della promozione della lettura, attività destinate a tutti i cittadini. Attraverso i propri servizi si impegna ad accrescere il benessere sociale e a migliorare le abilità e le capacità delle persone, facilitando l’accesso alla cultura, ai documenti e alle informazioni. Sostiene, inoltre, la formazione continua nel rispetto delle diversità culturali.

Il Libro

Un libro sottobraccio per innamorarsi della Puglia meridionale. Un imprescindibile viaggio nel passato di quella che un tempo veniva chiamata Terra d'Otranto. 

Il testo si lascia scorrere con avidità e consultare religiosamente. Impossibile resistere al varco che questa antica opera, originariamente in due volumi, riesce ad aprire sul presente. I bozzetti di viaggio del geologo vissuto tra 1842 e 1922 possono infatti contare non solo sulla sua formazione eclettica (era laureato in medicina ma si occupava di storia locale, geografia, sismologia con oltre trecento pubblicazioni) ma anche sulla conoscenza quasi enciclopedica del lavoro di chi lo aveva preceduto: storici, letterati, geologi.

Con la sua narrazione in prima persona, De Giorgi dimostra il genuino piacere della scoperta, che dalle pagine riesce a trasmettere con ardore, poesia, curiosità e a tratti persino umorismo.

Seguendo passo passo il suo errare nell'antica Terra d'Otranto, i confini tra le attuali province si scoloriscono nella conformazione del paesaggio, le sue alture e depressioni. Ma anche la continuità della vegetazione, che passa dalle zone brulle o paludose alle distese ulivetate, con annotazioni di carattere anche economico come per esempio il rimbrotto sulla poca quantità di olio prodotta nella bella terra ostunese rispetto alla vicina Peucezia, odierna terra di Bari, che strappa parole ispirate sulle campagne di Fasano: "Traversando un gruppo fantastico e bizzarro di case bianche che qui chiamano Laureto. Io - prosegue De Giorgi - l'ho percorsa molte volte questa via ma pure tutte le fiate che giungo sulla vetta del Laureto debbo arrestarmi a contemplare quel vago spettacolo nel quale la terra, il mare, il cielo, le città, le colline, i casolari, la vegetazione, formano nell'insieme un magnifico paesaggio!".

Celebre per il suo lavoro sugli scavi all'Anfiteatro di Lecce (condensati nell'ultima parte di questa articolata pubblicazione), De Giorgi dedicava all'archeologia in generale un'enorme attenzione visitando anche le case private dove un tempo erano custoditi i ritrovamenti effettuati negli antichi siti come Egnazia, dove la terra fertile di cimeli faceva "degli stessi contadini dei Ciceroni". E nell'area messapica del Salento lo sguardo è ampio: accarezza con gli occhi le cime dei promontori e le guglie dei campanili - dal Duomo di Lecce, con la sua celebre descrizione di una visuale che passa i confini, alla guglia del Raimondello a Soleto -. Ma ci sono anche le torri dei castelli ("maestoso, bello e degno di un re è quello degli Imperiali" a Francavilla, città di bombociari e copetari) e le punte di "caseddwe" e chiancore che punteggiano le campagne del Martinese o i "truddwi" quelli del Capo di Leuca, De Giorgi dialoga con gli storici che lo hanno preceduto, definendo "scempiaggini" le descrizioni altisonanti della città di Brindisi "posata su due e altri sette colli come Roma" e lodando invece le escursioni nella Japigia del De Ferrariis che si concludevano a Nardò.

In ogni città incontrata, il volume indugia generoso nelle descrizioni dei centri storici e dei monumenti, delle antiche casate nobiliari e dei podestà locali, esplorando i luoghi nei loro diversi tempi, leggendone la società attraverso gli usi, le scritture, i motti. Pur essendo un erudito, infatti, l'autore riesce nello scopo di comporre un'opera per certi versi popolare. Non sorprende quindi, che queste pagine, arrivate sino a noi, sembrino così desiderose di varcare ancora una volta il confine del tempo.

Un posto d'onore nell'opera lo merita di certo il mare, mai perso di vista nelle collocazioni e descrizioni. Come quella dell'ingresso nella Taranto pre Ilva, nel marzo del 1878: "Valicai il ponte che unisce la città alla terra ferma". Poi ancora, sfidando i versi di Orazio e di D'Aquino, le suggestioni di Virgilio e Lenormant: "Le acque del mar piccolo erano azzurre e tranquille come quelle del Canal grande di Venezia. Solo di tratto in tratto venivano increspate dal vento e correvano a baciare le sabbie del lido".

Al capoluogo jonico è dedicato uno dei capitoli più ricchi del volume che trascina il lettore per grandi piazze e navate di cattedrali, per spostarsi infine nelle campagne remote del Salento, dove dormono i megaliti. O alla scoperta della bellezza drammatica della costa frastagliata, dove fioriscono le "caverne del Capo". Una corsa che si conclude a Punta Meliso con l'immagine impetuosa - riportata anche in un disegno dal vero dell'autore che raffigura il mitologico scoglio nella burrasca del 6 marzo 1877.

L'abilità del tratto è la medesima delle parole. Nell'intera opera si può leggere una dedizione smisurata ma anche un sincero affetto per i luoghi. Gli stessi che ogni giorno ci scorrono davanti agli occhi. Oppure quelli nascosti, da andare a scoprire durante un'escursione. Magari proprio con questo libro sottobraccio